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VILLA D'ESTE
LA SIBILLA ALBUNEA
E IL CULTO DEI LIBRI SIBILLINI

Dopo la profezia della Sibilla Tiburtina sulla futura nascita di Cristo,
inizia la storia del Cristianesimo


Il 9 settembre 1550, Ippolito d'Este (1509 - 1572) Cardinale di Firenze, nominato governatore di Tivoli, occupò per la prima volta la nota residenza del convento benedettino presso la chiesa di S. Maria Maggiore, uomo di grande ingegno, cultore di testi librari antichi di grande valore custoditi nelle biblioteche delle abbazie di S. Medaro di Soisson, di Pontigny, Boibonne e dei vescovati di Orleans, di Maurienne e di altre abbazie italiane. Nel 1560 affidò all'architetto napoletano Pirro Ligorio l'incarico di progettare la Villa, il giardino e le famose fontane, delle quali la più straordinaria e importante è, sicuramente, quella dell'Ovato, detta anche fontana di Tivoli, che ricrea simbolicamente la topografia del territorio di Tivoli.


la fontana dell'Ovato

Ai lati, le statue sistemate nella roccia corrispondono ai tre fiumi locali; mentre l'acqua che sgorga dall'alto, ricorda le celebri cascate e le grotte dei monti tiburtini. Fulcro dell'intera fontana, è la centrale statua della SIBILLA DETTA ALBUNEA O TIBURTINA, divinità protettrice della città di Tivoli e artefice dei leggendari Libri Sibillini. La Sibilla Tiburtina era prediletta dalla dea Venere e, non a caso, le sale che ospitano, sin dal 1979, IL LABORATORIO-MUSEO DIDATTICO DEL LIBRO ANTICO, sono note come le GROTTE DI VENERE.


Pegaso

La Fontana di Pegaso è visibile dal piazzale tra le rocce e la vegetazione, alle spalle della Sibilla Albunea. Raffigura il mitico cavallo alato che, con un colpo di zoccolo, fece scaturire dal monte Elicona la Fonte Ippocrene, sacra alle Muse. Alle Muse, che dimoravano nel museo e proteggevano le arti, gli scribi donavano gli strumenti del mestiere: kalamus, stylus, etc...



La Sibilla

Il mito della Sibilla Albunea è il tema dei dipinti murali della Seconda Sala Tiburtina, nell'appartamento inferiore della Villa d'Este. Il programma iconografico delle stanze e del giardino mira ad esaltare l'arte libraria antica e l'eccezionale cultura del Cardinale Ippolito II e della sua corte.



La Sibilla Albunea profetizzò la nascita di Gesù Cristo al mondo classico:
"NASCETUR CHRISTUS IN BETHLEM, ANNUNTIABITUR IN NAZARETH, REGNANTE TAURO PACIFICO FUNDATORE QUIETIS. OH FELIX ILLA MULIER CUIUS UBERA IPSUM LACTABUNT".
Il suo simbolo era un libro. I libri sibillini erano delle raccolte oracolari, scritte in greco, conservate a Roma nel tempio di Giove Capitolino.
Nell'anno 85 a.C. la raccolta andò bruciata in un incendio sul Campidoglio, venne quindi sostituita da una nuova raccolta di libri sibillini, quelli della Sibilla Albunea Tiburtina, che l'imperatore Augusto fece depositare in una teca aurea sul tempio di Apollo sul Palatino, dove rimase in uso fino al 363 d.C., data dell'ultima consultazione conosciuta.



La Sibilla con l'imperatore Augusto

Nella Sala San Bernardino del Palazzo Comunale di Tivoli è raffigurato l'episodio, narrato dallo storico Svetonio, in cui l'imperatore Ottaviano Augusto, rivolgendosi ad Albunea, la Sibilla, chiese se avesse potuto farsi adorare come dio. La Sibilla svelò, allora, quale fosse l'unico Dio al quale anche l'imperatore avrebbe dovuto offrire un sacrificio. L'altare di quel dono sacro fu collocato nella chiesa romana, detta Ara Coeli.



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