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I MAGISTRI CARTARI DI TIVOLI

quod si has ut vellem possem quoque promere laudes, tota licet tenuis mihi tiburtina papirus cartha foret, quantumque bibi rapido ex aniene, quem secus haec nuper cudebam carmina tantum atramenti esser, nec pagina, nec liquor ater sufficeret tamen ille mihil;



1402

I libri Dohanae ricordano l'arrivo in Roma di decine e decine di carichi "de carta de Tiboli".


1450

La produzione cartaria tiburtina copriva, da sola, una quota cospicua del mercato romano.


1475

Lo stesso Angelo possedeva una gualcheria per la fabbricazione della carta nella zona del tempio di Vesta.

1477

Nel Carme, in onore di Sisto IV, il termine "papiro" fu utilizzato da un anonimo scrittore, con licenza poetica, per indicare genericamente carta. Ciò attesta, come già nel XV secolo, venisse prodotta a Tivoli della carta "morbida" di ottima fattura.


1500

"Valche ad fare cartha" sono ricordate dal Codice Diplomatico di Antonio Petrarca .


1550

Umanisti, letterati, musicisti, pittori sono gli ospiti abituali a Tivoli, presso la Villa del cardinale Ippolito II e di suo nipote Luigi, che continuò gli usi mecenateschi dello zio. Essi fecero conoscere alla città di Tivoli uno splendore culturale, veramente insolito, con frequenti visite e lunghi soggiorni di papi, tra cui Paolo IV (1557) e Gregorio XIII (1576).